Avete detto un Western sovrannaturale con sfumature femministe che parla di una caccia al demone in una città chiamata Purgatory? Proprio così, la serie di Syfy Wynonna Earp, basata sulla serie di fumetti di Beau Smith, vanta una premessa davvero originale. Per i profani: la protagonista è un’eroina che brandisce una pistola, interpretata dall’intensa Melanie Scrofano, che ogni settimana combatte dei mostri e scaccia forze malvagie che minacciano la sua famiglia e la città. È iniziata come un strano esperimento di un genere di nicchia che è passato inosservato. “Nella prima stagione correvamo tra i boschi in pieno inverno, realizzando quelle che ci sembravano delle folli scenette da caccia ai demoni“, racconta Emily Andras, showrunner di Wynonna Earp. “Non avevamo alcuna idea che alla gente sarebbe piaciuto“.
Ma presto la serie ha attirato un modesto ma leale numero di fan (che si sono auto-nominati “Earpers”), e la Andras crede che la terza stagione sarà di gran livello. Ci sarà persino uno speciale di Natale che mescolerà lo spirito della stagione e un po’ di pazzia Earp. (La Andras assicura, “Non escludete un morso di una renna rabbiosa su qualcuno!“).
Prima del debutto della terza stagione (avvenuto venerdì 20 luglio), la Andras ha fatto una lunga chiacchierata con EW ed ha parlato di cosa dovremmo aspettarci nella terza stagione, di come la serie ha sviluppato il suo fanbase, e di che tipo di caos causerà il ritorno di Mamma Earp (Megan Follows). Leggete qui sotto e troverete anche una foto in anteprima dell’episodio natalizio sopra citato.
ENTERTAINMENT WEEKLY: Avete terminato la seconda stagione con un bel cliffhanger – cosa ci puoi dire riguardo al momento in cui riprenderanno le vicende?
Emily Andras: Una delle cose divertenti della terza stagione è che non riprendiamo immediatamente dopo gli eventi della seconda stagione. Direi che c’è un leggero avanzamento temporale, forse di circa sei settimane, che dà a tutti la possibilità di riprendersi dalle proprie emozioni. La gente non ha avuto l’opportunità di digerire ciò che vuol dire per Wynonna aver dovuto dar via sua figlia – e non solo Wynonna, ma anche Doc Holliday, e Waverly (la sorella di Wynonna), ma anche l’intera gang. Quello che sappiamo è che a fine seconda stagione Wynonna è andata via con la moto per andare a trovare la madre, da molto tempo creduta dispersa. Abbiamo visto solo la nuca di sua madre e abbiamo avuto l’impressione che Wynonna abbia sempre saputo dove si trovava, anche se la storia che ha raccontato a Waverly è che la mamma le ha abbandonate quando erano piccole. Quindi questa cosa creerà un po’ di attrito tra le sorelle Earp. C’è un enorme mistero che circonda Mamma Earp. Sono proprio emozionata di vedere la reazione dei fan quando scopriranno che tipo di donna abbandonerebbe queste bambine con il loro padre alcolista, ma che allo stesso tempo ha queste figlie che sono delle eroine.
Cosa ci puoi dire della performance di Megan Follows e della dinamica tra Wynonna e sua madre?
Megan è conosciuta in Canada per aver interpretato un personaggio molto amato, Anna dai capelli rossi, e l’ultimo suo personaggio, che sicuramente la gente conoscerà, è la Regina Catherine in Reign. Praticamente noi l’abbiamo gettata nel bel mezzo dello stato di Alberta e le abbiamo detto “Ok, tu sarai questa ex regina del rodeo, bevitrice accanita e festaiola, mamma delle sorelle Earp!”. In realtà non sapete la sua storia passata, ma è inutile dire che capiamo da dove Wynonna abbia preso la sua indolenza e la sua cazzutaggine. Megan si è subito buttata a capofitto e per quanto riguarda la sua dinamica con Wynonna, beh… la dinamica tra Megan e Melanie è molto divertente, ma lo è anche la tensione, la rabbia e l’impertinenza tra la mamma a Wynonna, che è anche super energetica. Dà alla serie un aspetto nuovo.
Cos’altro hai voluto costruire per la terza stagione? Cosa hai capito dalle stagione passate?
Una delle cose che la gente ha sottovalutato in una serie come questa, che parla di una famiglia di meno fortunati, è che il pubblico vuole vedere il gruppo unito. Come sceneggiatori, il nostro istinto è spesso quello di creare drammaticità separandoli o facendoli scontrare; se non altro, sento che nella terza stagione la maggior parte del piacere da parte dei fan sarà vedere il gruppo che è arrivato ad un punto in cui tutti si fidano di tutti, nonostante i loro difetti, i problemi e le manie. So che non ce la possono fare da soli – in particolare Wynonna. Può pure essere l’erede Earp, ma ha bisogno di tutte queste persone intorno a lei – ognuna delle quali ha delle precise abilità – se vuole spezzare la maledizione degli Earp. Quello su cui faccio affidamento nella terza stagione è una sicurezza con la squadra, il che porta grandi vittorie, ma anche grandi rischi e perdite. C’è qualcosa di molto divertente nel fare affidamento sul gruppo. Abbiamo un cast talmente tanto forte che la gente vuole vederli agire insieme. È da ciò che i fan traggono piacere, ed è questo quello che facciamo – c’è quella caratteristica in stile Ocean’s 8 in cui tutti si uniscono. Ognuno ha un ruolo ben definito da interpretare. Tutti sono di supporto. Persino con i loro litigi sono comunque una famiglia; quando le cose si complicano, si guarderanno le spalle a vicenda. Si ha la sensazione che tutti facciano parte della squadra – finché non è più così. Dirò solo questo.
Cosa ti ha fatto decidere di scrivere un episodio natalizio?
Quando sei uno sceneggiatore, a volte i network si tirano indietro all’idea di un episodio natalizio o un episodio stagionale perché questi sono racchiusi in un certo lasso di tempo, cioè dicembre. Fortunatamente alla Syfy sono stati aperti all’idea di un Natale alla Earp, che naturalmente è così poco tradizionale, campagnolo e confusionario. Inoltre penso che ci sia semplicemente qualcosa di fantastico in quella festività, in quanto le persone hanno la possibilità di riunirsi ed essere onesti gli uni con gli altri. Quale momento migliore del Natale per chiedere cosa vuoi davvero? Inoltre, avere un Babbo Natale cattivo o degli elfi cattivi – e non sto dicendo che lo siamo – porta una ventata d’aria fresca al genere. Quindi sì, manderemo in onda il Natale ad agosto o settembre, ma non c’è motivo per non bere una tazza di cioccolata calda e sistemarsi sotto l’aria condizionata.
Muoio dalla voglia di saperlo: com’è la stagione delle festività a Purgatory?
Le sorelle Earp hanno sicuramente delle tradizioni natalizie a basso costo. Ovviamente, l’assenza della figlia di Wynonna è fortemente sentita, dato che questo sarebbe il primo Natale della piccola Alice. Ma succedono tantissime cose, in relazione al pericolo e ai demoni. E ci sarà anche qualche delizia di Natale per gli shipper… e dei momenti emozionanti tra le sorelle Earp mentre cercano in un certo senso di decidere che sono insieme. Inizieranno la loro tradizione con il procedere del Natale. Ma dato che questa serie è Wynonna Earp, come ho detto, non escludete una renna arrabbiata che morde qualcuno.
Siete arrivati alla terza stagione e i fan continuano ad aumentare. Che sensazioni ti provoca questa cosa?
Solamente trionfo, sollievo e gratitudine. Nella prima stagione correvamo tra i boschi in pieno inverno, realizzando quelle che ci sembravano delle folli scenette da caccia ai demoni. Non avevamo alcuna idea che alla gente sarebbe piaciuto. Credo che con la seconda stagione la gente abbia iniziato a capire la serie, e la definiva fuori dal comune in quanto riempiva una nicchia dentro cui altre serie non ricadevano – questo Western soprannaturale, divertente e cazzuto, con tante diversità e dei personaggi femminili forti. La terza stagione sembra essere un regalo. Come a dire “Oh mio Dio, ce l’abbiamo fatta, è una serie vera e propria, il che sembra pazzesco”. Credo che in questo campo è straordinario riuscire ad avere tre stagioni. Devo dirti che per il 99% è grazie all’entusiasmo degli Earper. Sono rumorosi, organizzano delle convention di Wynonna Earp, sono costantemente sui social media e realizzano fanart o cosplay. Una cosa positiva dalla messa in onda della serie di venerdì è che siamo stati in grado di creare un live-tweet in cui ognuno di noi beve il suo whiskey mentre twittiamo tutti insieme, piangiamo per la serie e la prendiamo in giro. Per qualche strana ragione sento che questa cosa appartiene ai fan perché adoro realizzare serie che hanno un significato profondo per la gente, rimanendo comunque svantaggiata. A me piace essere quella svantaggiata perché è come se sentissi di avere qualcosa per cui lottare.